Come settimo volume dei «Giordano Bruno Werke», nel 2018 è apparsa una nuova edizione degli Eroici furori di Giordano Bruno. I «GBW» sono pubblicati dall’editore Felix Meiner di Hamburg; la serie è diretta da Thomas Leinkauf. Il volume presenta il testo, nell’edizione approntata dal collega Eugenio Canone, con a fronte la traduzione tedesca di Christiane Bacmeister, riveduta da Henning Hufnagel. Canone è anche autore del Philosophisches Nachwort (pp. 633-706) e del Kommentar al testo (pp. 437-621); la Bibliographie del commentario è alle pp. 407-436, mentre a pp. 623-632 figura un Ikonographischer Anhang zum Kommentar. Il volume ha inoltre una Einleitung, di carattere più letterario, redatta da Maria Moog-Grünewald.
Nei dieci dialoghi dell’opera, la cui princeps fu stampata a Londra nel 1585, Bruno sviluppa una serrata riflessione circa l’amor dei. Si tratta dell’amore dell’uomo verso la divinità e non dell’amore in quanto viene da dio; un amor, quest’ultimo, che per Bruno si esprime fondamentalmente sul piano naturalistico di un «infinito effetto dell’infinita causa». Nel Philosophisches Nachwort, Canone approfondisce la concezione bruniana di amore intellettuale che non prevede un approdo, come sarà poi per Spinoza, nell’orizzonte di una «animi acquiescentia, quae ex Dei intuitiva cognitione oritur». La spinoziana acquiescentia appare infatti distante da quel motus che, in quanto ricerca costante e mai appagamento definitivo, caratterizza l’amore intellettuale del bruniano «furioso eroico»; in tal senso, Bruno usa espressioni significative – tormento, disquarto, affanni – che indicano una particolare concezione della tensione/progressione verso l’infinito, cioè della dottrina dell’ἐπέκτασις.